Le condizioni deliranti dei 5 Stelle per sostenere il governo Draghi: “Patrimoniale, tasse e reddito di cittadinanza”
aperture di Luigi Di Maio, Virginia Raggi e Giuseppe Conte.
– Sono bastate poche ore per passare dal “non se ne parla” all’apertura al dialogo. Ora la linea del Movimento 5 Stelle è cambiata: sedersi al tavolo con il premier incaricato Mario Draghi e ascoltare le “linee guida” che rappresenteranno la base dell’azione del suo eventuale governo. Recentemente sono arrivate leE pensare che dopo il discorso del presidente Sergio Mattarella c’era chi aveva messo le mani avanti firmando col sangue il “no” a un esecutivo guidato dall’ex presidente della Banca centrale europea. Tra loro Paola Taverna, Alessandro Di Battista, Barbara Lezzi e Danilo Toninelli. Adesso la strategia dei grillini è mutata significativamente ed è sempre più probabile che possano far parte della stessa maggioranza a cui hanno anticipato sostegno Partito democratico, Italia Viva, Azione di Carlo Calenda e +Europa.
Dietro la giravolta dei pentastellati c’è sicuramente l’ultimo show dell’avvocato Conte, intervenuto in una conferenza stampa lampo allestita in maniera più che discutibile. Con tanto di assembramenti e protocolli anti-Coronavirus saltati. “Nell’inquadratura non mettete Palazzo Chigi perché non è solo un intervento istituzionale“, è l’ordine che ha impartito Rocco Casalino agli organizzatori tecnici. Cronisti costretti a restare dietro una transenna mentre Giuseppi si esibisce per pochi istanti dietro un tavolino pieno di microfoni. Sì, è durato più l’allestimento della scena che il suo discorso attraverso cui si è rivolto agli “amici” di M5S, Pd e Leu per portare avanti il progetto già avviato “perché offre una prospettiva reale di modernizzare finalmente il nostro Paese“.
Le condizioni dei 5S
Nel frattempo arrivano i paletti gialli per il “sì” a un governo a guida Draghi. Nel pomeriggio Beppe Grillo avrebbe avuto un colloquio con un gruppo di parlamentari 5S, a cui avrebbe illustrato una serie di condizioni per la formazione di un nuovo esecutivo. Innanzitutto il comico genovese vorrebbe blindare tutti i provvedimenti portati a casa dal governo Conte come il reddito di cittadinanza, il decreto Dignità e le norme anticorruzione. Il garante del Movimento 5 Stelle inoltre vorrebbe un programma che abbia tra i punti principali il reddito universale, un’imposta patrimoniale per i super ricchi, acqua pubblica, blue economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. Anche il reggente Vito Crimi ha messo le cose in chiaro: “Ascolteremo attentamente quanto avrà da dirci Draghi e porteremo al tavolo il Movimento 5 Stelle con la sua storia, le sue battaglie e le sue visioni. E, chiaramente, fra queste il reddito di cittadinanza è uno dei punti fermi“. Alla faccia della “maturità” e del “rispetto istituzionale” a cui si è appellato Di Maio.
Grillo vuole la tassa patrimoniale sui risparmi degli italiani, la Lega vuole il taglio delle tasse e la pace fiscale. La scelta spetterà a Mario Draghi. pic.twitter.com/MyU5t3mPVW
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 4, 2021
Avete letto bene: una patrimoniale in piena pandemia e crisi economica. “Draghi dovrà scegliere tra noi e Grillo, tra chi vuole tagliare le tasse e chi vuole la patrimoniale con altre tasse“, è stato il commento di Matteo Salvini uscendo al fianco di Giancarlo Giorgetti al termine della segreteria del partito. La Lega deve ancora prendere una decisione ufficiale: il leader del Carroccio ha ribadito che ascolterà l’ex governatore della Bce “senza pregiudizi“, assicurando un voto favorevole solo se vi saranno garanzie su quota 100, infrastrutture, stop alle cartelle esattoriali e immigrazione.
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