Di Adriana De Conto – Continua a far discutere la blasfemia del Cristo coi tacchi a spillo e minigonna alla manifestazione per i diritti Lgbt svoltasi nei giorni scorsi nella Capitale. A risentirsi in un post pubblico sui social è Rita Dalla Chiesa. “Ognuno è libero di essere se stesso e nessuno deve permettersi di giudicare. Ma io voglio essere libera di dissentire da uno che si veste come Gesù e porta la croce sui tacchi a spillo. Anche no.
Non ne ho proprio capito il motivo”. Giorgia Meloni che è stata la prima leader politica a stigmatizzare lo spettagolo indegno ha rilanciato il giudizio della popolare conduttrice. “Condivido il pensiero di Rita Dalla Chiesa. Questa mancanza di rispetto verso i credenti che senso ha? E’ solo un provocare per il puro guisto di offendere le persone”.
Cristo Lgbt, Rita Dalla Chiesa inorridita
Rita Dalla Chiesa è rimasta allibita per la scelta dell’ attivista posto alla testa del corteo travestito da Cristo Lgbt. Corona di spine, segni (finti) dei chiodi sulle man e la bandiera arcobaleno (simbolo del Movimento) e che fungeva da veste del Cristo. Abbigliato inoltre con minigonna e, ai piedi, un bel paio di tacchi a spillo. Una provocazione ignobile che doveva secondo gli organizzatori del Pride veicolare il “messaggio contro l’ingerenza del Vaticano“.
E’ stato un gesto stupido oltreché offensivo. Molte infatti le polemiche suscitate, non solo da coloro che credono. Molti anche non credenti o credenti non praticanti dai social hanno postato l’indecorosa immagine del Cristo Lgbt esprimendo il loro pensiero critico sull’impostazione del testo di legge. Del caso si è continuato a parlare nei talk show.
Cristo Lgbt: Rita Dalla Chiesa a valanga
Rita Dalla Chiesa – rilanciata sui social da Giorgia Meloni – non si unisce al coro di chi giudica malamente gay e affini: tutti, a suo parere, devono avere libertà di esprimere il loro io, senza che alcuno si senta in diritto di avere da ridire. Libertà però chiama libertà, e la Dalla Chiesa rivendica la sua di criticare “uno che si veste come Gesù e porta la croce sui tacchi a spillo“. Dissentire dal pensiero corrente sarà ancora possibile o potrebbe provocare guai? Questo il nocciolo della questione, che Rita Dalla Chiesa mette in chiaro.
Dissentire sarà problematico se rimarranno invariate le ambiguità degli articoli 1, del 4 e dell’articolo 7. Gender a scuola e libertà di scelta del proprio genere sono un varco per introdurre l’indottrinamento. La libertà di dirsi contrari è il punto dolente di un disgno di legge che non a caso femministe, gay, lesbiche e molte associazioni vorrebbero riscritto ptopio per non lasciare equivici ideologici.
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