Sempre peggio in Francia: approvata la procreazione assistita “per tutte le donne”. Le lesbiche esultano
Di Cristina Gauri – Parigi, 30 giu — Mentre la Spagna propone la ley trans per consentire il cambio di genere senza aver prima effettuato cure ormonali, operazioni di cambio di sesso e senza il bisogno presentare referti medici, a Parigi il Parlamento dà il sì definitivo alla fecondazione assistita (Pma) estesa a tutte le donne, anche se single e/o lesbiche.
Francia, la Pma estesa anche a lesbiche e single
La «Pma per tutte» diventa quindi realtà uno dei cavalli di battaglia elettorali di Macron, che con questo «regalino» si assicura il plauso di femministe e associazioni Lgbt. Approvata dall’Assemblea nazionale francese con 326 voti favorevoli, 115 contrari e 42 astensioni, la proposta di legge sulla risale al precedente governo, quello di François Hollande. Ora diventa realtà con Macron, «dopo nove anni di gestazione e un parto nel dolore», come la descrive, in maniera assai melodrammatica, l’associazione Inter-Lgbt.
Fino a ieri la Pma (procreazione medicalmente assistita) era riservata esclusivamente alle coppie eterosessuali. Alla famiglia naturale, per intenderci — e usare un termine che fa orrore ai progressisti e ai vari unicorni Lgbt. Secondo il quotidiano Le Monde, in Francia le nascite mediante Pma sono il 3,4% di quelle totali. Una numero ora destinato ad aumentare con l’estensione della pratica della Pma alle single e alle coppie lesbiche. Si chiude così l’era dei «viaggi della speranza» in Spagna o Belgio per le coppie di donne omosessuali francesi che volevano usufruire della Pma.
I requisiti per usufruire della Pma
I requisiti per potere accedere il trattamento sono l’età (il tetto è fissato ai 43 anni) e l’avere affrontato un iter di colloqui con una squadra di specialisti. Prima del sì definitivo alla procedura sarà necessario osservare un periodo di riflessione di uno di due mesi a seconda della tecnica che verrà adottata. Il tutto a carico della sanità pubblica. Nel caso si tratti di coppie lesbiche, si renderà poi necessario presentare una dichiarazione, resa davanti a un notaio durante la gravidanza, affinché entrambe vengano riconosciute come madri del nascituro.
I figli potranno conoscere i donatori
La legge sulla Pma consentirà ai figli maggiori di diciotto anni di conoscere l’identità di chi ha donato lo sperma o gli ovociti, nonostante non venga riconosciuto legalmente alcun legame di filiazione con il donatore. Alle implicazioni psicologiche di tale pratica — viene da chiedersi — ci avrà pensato qualcuno, oppure l’intero processo si occupa esclusivamente di soddisfare il desiderio di genitorialità di lesbiche o donne single spaventate dal ticchettio dell’orologio biologico?
Cristina Gauri
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