Covid, Johnson vince la sua scommessa: con le riaperture crollano i contagi. Scienziati increduli, non si spiega
Di Daniele Rosa – Il forte calo dei casi di COVID-19 nel Regno Unito è sicuramente un bel mistero. Un qualcosa di inspiegabile in tutta la pandemia. Un fenomeno che ha scatenato dubbi e confusione nella comunità scientifica lasciando il Governo di Boris Johnson in uno stato di grande incertezza.
Il vero timore del Governo è che questo trend al ribasso di contagi possa far pensare agli inglesi che la pandemia sia ormai alle spalle. Con questa convinzione ci potrebbe essere un allentamento dei comportamenti che porterebbe rapidamente alla risalita dei contagi. Ma su questo la comunità scientifica è divisa.
UK è il paese che in Europa ha avuto il maggior numero di morti per Covid, quasi 130000. Ma proprio in quest’ultima ondata, quando i contagi avevano raggiunto i 50000 in un giorno, il trend è cambiato lasciando gli scienziati sbalorditi.
Il fenomeno è senza precedenti nella saga dei virus, poiché mai prima d’ora c’era stata una riduzione così significativa in un periodo di totali aperture. Il Dipartimento di Salute Pubblica ha confermato che la campagna di vaccinazione ha evitato 60.000 morti e circa 22 milioni di nuovi contagi. Di conseguenza si pensa che il peggio della terza ondata potrebbe essere passato dato che il calo della media dell’ultima settimana supera il 37% . Ma la cosa più incomprensibile al momento non è la velocità del trend al ribasso ma il fatto che tutto ciò accada quando il paese ha deciso di aprire tutto.
Boris Johnson aveva promesso il Freedom Day dal virus il 19 luglio e per questo ha spinto al massimo la macchina vaccinale soprattutto per gli over 40. Il Regno Unito è adesso uno dei Paesi più vaccinati al mondo, con il 55,18% della popolazione protetta. Nonostante le proteste di una fetta della popolazione il premier ha difeso la sua linea aperturista dicendo “Se non lo facciamo ora, quando?”.
Una decisone che gli costata molte critiche. Ad esempio Ii direttore delle emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Mike Ryan, ha definito questo approccio “stupidità epidemiologica” e gli Stati Uniti hanno continuato a raccomandare agli americani di non viaggiare in UK. Tuttavia l’esperimento britannico ha incuriosito tutto il mondo desideroso di capire se davvero solo i vaccini potessero tenere a bada la malattia.
L’epidemiologo dell’Imperial College di Londra Neil Ferguson, popolarmente soprannominato Doctor Confinement è convinto che ci vorranno settimane per capire l’impatto di questa strategia. Prima era convinto che si sarebbe arrivati a 200000 casi al giorno adesso dichiara di essere sicuro che “ entro ottobre ci saremo lasciati alle spalle il peggio”. Una virata a 360 gradi.
Questo fenomeno di riduzione dei contagi non è dovuto all’ immunità di gregge, poiché, in tal caso, l’evoluzione sarebbe stata più graduale. Nonostante 9 adulti su 10 abbiano anticorpi, sia per il vaccino, sia per aver superato la malattia, gli esperti deducono che, nonostante il contributo della campagna di immunizzazione, il comportamento dei cittadini è stato determinante.
Il rischio adesso è che la popolazione si rilassi. Una delle tesi messe sul tappeto per spiegare cosa sta succedendo è che, a causa delle vacanze, gli inglesi facciano meno test. Ma l’indice è sceso solo del 10%, quindi non basta a spiegare la riduzione. Altra possibile motivazione il buon clima delle ultime settimane che ha favorito gli incontri all’aperto ma nessuno al momento sa cosa potrà accadere in autunno.
Il gruppo scientifico sulle pandemie influenzali, ammette che è difficile spiegare “un calo dei casi così rapido e simultaneo in tutto il paese”. Secondo il gruppo “Il livello di contagio resterà relativamente basso, almeno fino al ritorno delle scuole. Poi si potrebbe avere una nuova ondata a settembre, soprattutto perché gli studenti non sono vaccinati. Ma probabilmente il peggio è passato”. E se lo dice la scienza forse ci si puo’ fidare.
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