Lo sapevamo che dopo i sanitari sarebbe stato il turno del personale docente. L’obbligo ora si presenta sotto forma di Green Pass per insegnanti, personale ATA e anche studenti universitari che dal 1 settembre al 31 dicembre 2021 per accedere agli edifici scolastici, alle lezioni, agli esami, alle attività di recupero e alle riunioni dovranno esibire il certificato verde. La nota tecnica del Ministero chiarisce che la violazione del dovere di possesso ed esibizione del green pass è sanzionata in via amministrativa dai dirigenti scolastici e la sanzione pecuniaria va dai 400 ai mille euro. Inoltre per il personale docente il non possesso del green pass equivale a una assenza ingiustificata, e al quinto giorno si procede con la sospensione della retribuzione.
Come ha sottolineato il sindacato Anief, l’unico a non aver firmato il Protocollo e ad essersi schierato apertamente contro la misura del Green Pass, si è demandato un nuovo peso alle scuole, che dovranno verificare chi non ha il green pass e offrire il servizio tamponi, ma non si sa ancora come. E poi, se i Presidi devono fare servizio di controllo, chi controllerà il green pass dei Presidi?
In ogni caso, il personale docente non ha intenzione di farsi cogliere impreparato a settembre, per questo si stanno preparando diverse azioni legali collettive per far sì che questa misura altamente lesiva del diritto al lavoro non diventi realtà.
Abbiamo ascoltato l’avvocato Michela Scafetta, il cui studio legale patrocina un ricorso contro il green pass e l’obbligo vaccinale nei confronti dei docenti.
“Ci troviamo di fronte a un vaccino che non è obbligatorio e ci troviamo di fronte a un’imposizione, quella che il governo sta facendo, di un documento che poi in sostanza renderebbe obbligatorio questo vaccino. Il nostro obiettivo è diffidare il Governo a non applicare questo decreto legge perché incostituzionale e illegittimo.
Commenti
Posta un commento