Il governo di Mosca ha reso nota oggi la lista “speciale” di nazioni e territori stranieri “che commettono azioni ostili contro la Russia, le sue compagnie e i cittadini”.
Nell’elenco, pubblicato sul sito dell’agenzia russa Tass, sono finiti in pratica tutti i Paesi che hanno approvato o in qualche modo sostenuto le sanzioni contro la Russia.
Dunque non compaiono soltanto i membri Ue, ma anche Regno Unito e Stati Uniti, oltre chiaramente all’Ucraina. Vi sono però anche piccole nazioni come Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, San Marino e finanche la Micronesia.
Emerge poi la presenza del Paese neutrale per antonomasia e che stavolta, in modo del tutto inconsueto, ha rinunciato alla sua storica neutralità accodandosi alle sanzioni internazionali inflitte a Mosca: la Svizzera.
La lista nera stilata dalla Russia non è però una mera iniziativa “simbolica” in ambito strettamente politico, perché a ben vedere implica tutta una serie di conseguenze economiche rilevanti.
Nel documento del Cremlino si evidenzia infatti che le controparti russe, pubbliche (regioni, comuni e lo stesso Stato russo) e private “che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri presenti nell’elenco dei Paesi ostili potranno pagarli in Rubli”.
Questo significa che i bond emessi dallo Stato russo, da una qualsiasi altra istituzione pubblica o da una società privata, potrebbero perdere di valore poiché nessuna controparte internazionale accetterebbe adesso di essere saldata in una valuta che si sta svalutando in modo consistente e progressivo...Continua su Articolo Originale...
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