Nel tipico stile di chi si fa carico dei problemi della sua casta solo per cancellare i propri, Soumahoro era stato in precedenza accusato dai suoi ex compagni di lavoro di essersi appropriato di una parte dei fondi per le baraccopoli di Torretta Antonacci (ex Ghetto di Rignano) e Borgo Mezzanone (Foggia). «Tu in albergo, noi nel fango», gli avevano gridato contro, altro che stivali di gomma. Ebbene, secondo quanto riportato stamattina dalla Verità, il parentado di Soumahoro avrebbe mostrato di possedere il medesimo «vizietto».
Stavolta, a farne le spese sarebbero una ventina di dipendenti (donne italiane e non) della cooperativa Karibu, operante nel settore accoglienza per richiedenti asilo, che non percepiscono lo stipendio da circa quindici mesi. La coop suddetta è affare di famiglia...Continua su Articolo Originale...
Commenti
Posta un commento