Anche quest’anno si è tenuto, o, per meglio dire, si sta tenendo, il Black Friday.
Visto che, se una volta si teneva solo una volta l’anno, di venerdì, precisamente il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento (Thanksgiving day), che a sua volta si celebra il quarto giovedì di novembre, da qualche anno dura ormai settimane. Precedenti e successive a quello che era il giorno originario.
Già, perché abbiamo importato anche questa tradizione dagli Stati Uniti, proprio come Halloween.
Non solo, c’è anche il Cyber Monday, per indicare il lunedì successivo al Black Friday durante il quale gli sconti riguardano solo i prodotti tecnologici.
Un rito della società contemporanea, devota al consumismo che non conosce crisi. Amplificato dalle sconfinate opportunità offerte dal web (in primis, inutile dirlo, Amazon), anche a costo di rinunciare a beni di prima necessità e ad indebitarsi, che però tanto conveniente proprio non è.
Il Black Friday è soprattutto uno specchietto per le allodole. Si finge di ridurre del 30, 50 perfino del 75percento il prezzo di un prodotto, quando in realtà molto spesso il prezzo viene incrementato furbamente un mesetto prima. Un po’ come accade per i saldi stagionali, quelli che arrivano ad inizio gennaio e ad inizio luglio.
Non solo. Vengono proposti prodotti che hanno già qualche anno come nuovi o quasi e scontati. Una strategia per eliminare giacenze di magazzino e facilitare il turn over.
Inoltre, iniziative come il Black Friday o il Cyber Monday finiscono per creare dei bisogni. Proprio in linea con la strategia del consumismo.
Vediamo un oggetto che magari non ci serve neppure, ma decidiamo di acquistarlo perché psicologicamente lo riteniamo una occasione da non perdere...Continua su Articolo Originale...
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