In compenso, dopo la decennale e imbarazzante carriera di politico, l’ex ministro degli Esteri sembra tentare di imboccare una nuova strada per riciclarsi: quella dell’opinionista sulla stampa mainstream.
Dopo essere sparito da Facebook, Di Maio ha conservato il suo account Twitter e ci ha dato notizie della sua “sopravvivenza” già a fine anno scorso con un post strappalacrime sull’Ucraina. A distanza di qualche settimana, l’ex grillino fa il suo esordio in un altro campo, quello dell’opinionismo geopolitico.
Sia chiaro, attribuzione del tutto generosa, visto che l’articolo pubblicato sul Foglio a sua firma è tutto meno che un’analisi. Ma partecipiamo a questo giochino con piacere, anche perché – diciamolo senza remore – potrebbe essere molto divertente.
Il pezzo, di per sé, dice poco o nulla. Solite parole al miele per l’Ucraina, scontate riflessioni su quanto siamo cresciuti come esseri umani (retaggio che forse l’ex ministro si porta dietro dal fastidiosissimo e falsissimo “ne usciremo migliori” risalente all’epoca delle restrizioni Covid, chissà), insieme ad un riepilogo delle posizioni mainstream più semplicistiche sulla guerra in corso, tra filoatlantismo e filoeuropeismo rigorosamente non concentrati su ciò che dovrebbe essere l’interesse principale, ovvero quello italiano. Insomma, poca roba.
Tra tante perplessità, una certezza: meglio vedere Giggino scrivere parole in libertà piuttosto che occupare incarichi di responsabilità, come quello di inviato Ue nel Golfo persico...Continua su Articolo Originale...
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