L’intervento del fondatore del Movimento 5 stelle è assai lontano dalle performance esplosive che lo hanno caratterizzato agli esordi della sua carriera da agitatore di folle: toni bassi, voce rassegnata e vittimismo.
Gli anni si fanno sentire per tutti. “Sono il peggiore? Sì, sono venuto a dirvelo. Io ho peggiorato questo Paese”. Queste le prime parole pronunciate dal garante dei 5 stelle.
“Io ho peggiorato questo Paese – ha continuato Grillo – non c’è battuta. Dopo l’ultima intervista con Vespa abbiamo perso elezioni, quelli che ho mandato a fanc... sono al governo quindi sono il peggiore.
Sono qui per capire se devo continuare o meno, ho portato Skype, ho parlato della Parmalat, ho combattuto tutto il mondo ed ora vado in un bar e mi fate pagare il caffè”. Che sia una tardiva ammissione di fallimento o un tentativo mal riuscito di passare per il vecchio che ci ha provato ma non ce l’ha fatta, in entrambi i casi la figura fatta dall’ex comico genovese è di una banalità e magrezza disarmante.
Il simbolo del più grande abbaglio politico dell’era repubblicana rappresenta a pieno un Movimento ormai annichilito e disilluso. “Di Maio era il politico più preparato. L’abbiamo scelto io e lui Conte”. Parole che lasciano il tempo che trovano per un premier che ha chiuso in casa milioni di persone e un politico che ha raffigurato tutto ciò che di fallimentare possa esistere. “Non posso condurre e portare a buon fine un movimento politico, non sono in grado”, forse una delle poche verità mai dette...Continua su Articolo Originale...
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